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Perle nascoste della Campania
 
La Solfatara di Pozzuoli
Dista da Napoli circa 15 km, nasconde un vulcano quiescente.
 
Scavi archeologici di Ercolano
Qui le scoperte hanno cambiato la storia della distruzione della città. Da Napoli circa 10 Km.
 
Mozzarella di Bufala autentica
A circa 10 km da Caserta in località Pastorano ci sono alcune aziende che la lavorano.
 
Grotte di Pertosa
In buona parte inesplorate vengono raggiunte in barca da un lago. Distano da Salerno circa 75 km.
 
 
 

 

 
 

 

 
Pompei.
La città fu fondata dagli Oschi, antico popolo italico, circa nel VIII sec. A.C. Successivamente si sviluppò è divenne un centro molto importante di collegamento tra nord e sud Italia. La cittadina si espanse con gli etruschi e successivamente con i Sanniti. La dominazione romana non ampliò ulteriormente la città, ma le cambio un pò la conformazione urbanistica, con alti marciapiedi, e grandi arterie viarie. 
 
 

Nell'epoca di massimo fulgore, Pompei raggiunse circa 20.000 abitanti, molti di più della allora piccola Neapolis (oggi Napoli) e Stabiae (oggi Castellammare di Stabia). Era una città con sviluppo prettamente commerciale, e mercantile. Qui infatti si incrociavano sia rotte terrestri che rotte marine. 

Però la tragedia era dietro l'angolo; il Vesuvio, vulcano ritenuto spento dai Romani, per via di secoli e secoli di quiete, iniziò a farsi sentire con un violentissimo terremoto nel 62 D.C. che distrusse buona parte dell'antica Pompei.

Dopo questa sciagura gli operosi abitanti della cittadina campana ricostruirono la città, per tentare di ritornare alla normalità, non sapendo che l'apocalisse che si stava abbattendo, qualche anno più tardi. Il segnale che qualcosa di tremendo stava succedendo si evidenziava da una serie di piccoli terremoti lungo le pendici del vulcano, e che gli abitanti dell'epoca non seppero spiegare, successivamente si verificarono altri eventi inspiegabili per l'epoca come lievi fumarole lungo le pendici del vulcano, fino al 24 Agosto del 79 D.C. giornata tipicamente estiva,  
  che si stava concludendo come era iniziata, in maniera molto tranquilla con carico e scarico di merci nel porto, discorsi degli oratori per le future elezioni, ed altro ancora. Ad un certo punto un boato inimmaginabile squarciò il brusio della cittadina, la gente terrorizzata si riparò nelle case e i pochi rimasti fuori, videro una scena terrificante; la collina di fronte a Pompei che per secoli fu ridotta al rango di montagnola inizio a sputare altissime fiamme e una immensa nube nera inziò a oscurare il cielo,
allora gli abitanti iniziarono a scappare verso il porto e verso le città vicine, non sapendo che quella nube era carica di micidiali gas venefici, e che posandosi lungo le pendici del vulcano, uccise chiunque nel raggio di diversi chilometri. Racconta Plinio il giovane in un suo libro che " la descrizione dell'immane tragedia non si può rappresentare meglio che con un'albero di pino". Lo scrittore scrisse questi versi a Miseno a diversi chilometri dalla catastrofe, nella quale morì tra gli altri anche suo zio Plinio il vecchio,  
  che per passione scientifica volle sbarcare con una nave a Pompei per guardare cosa stava succedendo e fu travolto anch'egli dalla nube venefica. Successivamente, alla nube iniziarono a cadere le tristemente famose "bombe" (enormi blocchi di lava incandescente), che iniziarono a demolire la città, e dopo come quasi un velo pietoso sulla tragedia l'intera zona fu ricoperta con metri e metri di cenere e lapilli.
Anche Ercolano non fu risparmiata però la distruzione della città di Ercolano fu ancora più terribile, frutto delle terribili nubi ardenti che dal fianco della montagna con una velocità di circa 300 km/h ed una temperatura di circa 900 C° bruciarono completamente la città e tutti i suoi abitanti. Il tutto durò circa tre giorni dopo i quali il vulcano si aqquietò e nella zona da Ercolano a Stabiae, passando anche per Pompei niente di vivo rimase.  
  Infatti nella zona per secoli non fu costruito niente per l'enorme spavento e per alcuni una maledizione che avrebbe colpito la città. 
Quindi la città di Pompei rimase quasi interamente sepolta per circa 17 secoli, cioè fino al periodo in cui qualcuno forse per prelevare i tesori celati nella zona iniziò a scavare. E' quindi, la spoliazione della città iniziò nel XVIII sec. ad opera di archeologi senza scrupoli.
Nei primi dell'ottocento ci furono i primi scavi mirati nel foro romano, che però non conoscendo bene le tecniche, lo ridussero in un cumulo di rovine. Alla fine dell'ottocento utilizzando tecniche più innovative, come il calco di gesso per recuperare i resti organici di uomini ed animali, si ebbe il primo scavo sistematico dell'antica Pompei, fino ad oggi, quando ormai l'intera città si è risvegliata dopo un sonno lungo venti secoli.  
  Da vedere:
La villa suburbana vicino alla porta Marina. Grande villa romana, che stava finendo di essere ricostruita dopo il terremoto del 62 D.C., da vedere gli interessantissimi dipinti incassati nei muri.
Il Foro. 
Il centro dell'attività politica e religiosa dell'epoca. Sede inoltre dell'attività economica della città. Era un'isola pedonale. Stava per essere aggiornato il porticato lungo il perimetro del foro con colonne corinzie. Nel foro si trovavano, la basilica, gli uffici comunali, e gli uffici commerciali.
 
  La Basilica.
Il più importante e antico edificio della città. La prima funzione fu come mercato coperto, poi riconvertito ad sede dell'amministrazione della giustizia. Era una costruzione costruita in stile ellenistico, con nel portico una serie di altissime colonne corinzie, e le pareti all'interno decorate con un doppio ordine di colonne.
Tempio di Giove.
Il più grande tempio della città si trova nel lato nord del foro. Fu costruito nel 150 a.C. Era circondato da un enorme portico a doppio ordine. Fiancheggiato da due archi di trionfo.
 
  Tempio di Apollo.
Caratteristico tempio italico, con alto portico. Circondato da 28 colonne corinzie, con sei nella facciata. Si notano le statue di Apollo e Diana i cui originali sono nel museo di Napoli. 
Terme del Foro.
Queste terme sono le più piccole ma le più eleganti di Pompei, probabilmente perchè venivano usate dai ceti alti. Come le classiche terme romane ogni stanza veniva riscaldata con aria calda, con una distinzione tra Frigidarium, Tiepidarium e Calidarium, e la divisione tra terme maschili e femminili.
 
  Villa di Diomede.
Fu una delle più grandi ville suburbane di Pompei. Oggi non rimane molto visto che fu numerose volte saccheggiata nel '700. La villa era su due livelli. La parte alta era dedicata all'abitazione intorno al peristilio, mentre la parte inferiore era un giardino racchiuso in un portico di forma quadrata.
La Villa dei Misteri. 
Questa enorme villa suburbana, fu numerose volte rifatta ed ampliata, e dagli ultimi scavi si suppone che stava per essere convertita in azienda agricola. Il suo nome è dato da un fregio, alto 3 metri e lungo 17 che rappresenta l'iniziazione di una sposa ai misteri dionisiaci.
 

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